Definire il minimalismo
Si sente tanto parlare di minimalismo, ma cosa si intende esattamente?
La prima immagine che potrebbe venire in mente è una stanza bianca, vuota, con pochissimi oggetti e mobili. A seconda dei gusti personali, questo ambiente può essere percepito come ospedaliero e sgradevole, oppure al contrario accogliente e rilassante.
Per quanto il minimalismo non sia esclusivamente uno stile di arredamento, questa immagine della stanza bianca porta con sé uno dei simboli migliori per rappresentare la mia idea di minimalismo: l’abbondanza di spazio libero. Una stanza sgombra è libera da (troppi) oggetti. E’ spaziosa, ordinata, ariosa. Semplice. Rilassante.
La semplicità e la libertà che il minimalismo porta con sé sono due degli elementi che più di tutti mi hanno portato ad abbracciare questo percorso.
Non è stata una decisione rapida, non c’è stato nessun fatidico bivio che mi ha condotto all’epocale rifiuto di tutto il superfluo per scegliere di buttare tutto e vivere con il minimo essenziale da quel minuto in avanti.
E’ stata invece una scelta graduale, una lenta serie di considerazioni che piano piano mi ha portato ad avvicinarmi a questo stile di vita.
Che comprende tanti aspetti differenti, ecco quali penso siano i più importanti:
Meno oggetti
Per chi si approccia per la prima volta al Minimalismo, quello che balza subito agli occhi è il concetto di riduzione degli oggetti. Possedere meno sembra essere il mantra dell’intero movimento. Parole come repulisti e decluttering si sono imposte nelle nostre vite, come ultimo baluardo per salvarci dal consumismo, e ridarci magicamente salute mentale, prosperità e felicità.
Anche io ho iniziato così, anzi è stato proprio il bisogno di ridurre tutti gli oggetti -che sentivo essere troppi- a portarmi in seguito ad interessarmi alla tematica minimalismo. E’ un ottimo punto da cui iniziare per vari motivi.
Ma ricondurre l’intero movimento minimalista alla possessione di meno oggetti sarebbe riduttivo.
Rifiuto del consumismo
Ridurre gli oggetti che possediamo e basta, non fa dunque di noi un minimalista. Soprattutto, se non si modificano le dinamiche di consumo, è possibile ritrovarci ben presto punto e a capo. Se la velocità con cui gli oggetti entrano nelle nostre vite è pari o superiore alla nostra impresa di repulisti, sicuramente ci ritroveremo di nuovo con la casa ingombra.
Ovviamente, se questa situazione non ci disturba, non c’è nulla di male nel imbarcarsi in un ciclo di pulizie per poi riempire nuovamente tutti i nostri spazi fino all’orlo.
Ma se la sensazione che ci ha dato la nostra vita dopo il repulisti ci è piaciuta, e vogliamo godere a lungo dei vantaggi, inevitabilmente bisogna cambiare le nostre abitudini di consumo.
La buona notizia è che avviene spontaneamente. Dopo aver fatto tanta fatica per svuotare le nostre case, ed aver assaporato la libertà che avere meno oggetti ci concede, viene più o meno naturale non desiderarne altri. Abbiamo appena trascinato giù per le scale scatoloni e scatoloni di vestiti, e stranamente le vetrine con le ultime magliette non sembrano più così allettanti.
Si può dire che cambi il rapporto con gli oggetti. Il loro reale valore diventa chiaro, e prima di farne entrare uno nuovo nelle nostre vite, decideremo se ne vale la pena. Valuteremo se quel nuovo oggetto merita i nostri soldi faticosamente guadagnati, il tempo necessario per cercarlo e mantenerlo, nonché la fatica che faremo per tenerlo in ordine una volta entrato in casa.
Altrimenti, sappiamo già come va a finire: quell’oggetto uscirà ben presto dalle nostre vite al prossimo giro di decluttering, con grande spreco di energie, tempo, denaro, risorse. Improvvisamente, pensiamo che il gioco non valga la candela.
Preferire la semplicità
Il Minimalismo è un invito a semplificare. Tutto.
Dagli armadi alle pulizie di casa, dai propri valori al proprio giro di conoscenti, dai piccoli riti che ci portano fuori di casa alla modalità con cui facciamo la spesa.
Dopo aver provato quanto è rilassante la semplicità di un armadio pieno di abiti che ci stanno e che amiamo, dopo aver trovato al primo colpo il cacciavite giusto nella cassetta degli attrezzi, dopo aver spolverato in un attimo tutta la casa ora che le superfici sono sgombre… non vorremo più tornare indietro.
La semplicità è un dono meraviglioso che il Minimalismo ci regala.
Presto ci ritroveremo a chiederci: “come potrei semplificare questo altro ambito?”.
Scegliere l’essenziale
Limitarsi a ciò che amiamo e a ciò che è necessario è il principale esercizio del Minimalismo.
Se una cosa non rientra in una di queste categorie, non dovrebbe nemmeno entrare nelle nostre vite.
Se il primo approccio è quello di applicare questa regola agli oggetti, prima o poi inizieremo anche un lento decluttering delle nostre intere vite.
Perché? Perché possedere pochi, essenziali oggetti, ci lascia più tempo libero. Più denaro, più energie, più spazio, più lucidità mentale. E tutte queste meravigliose risorse le vogliamo investire in ciò che davvero conta per noi. L’essenziale, appunto.
Inoltre, durante il decluttering ci siamo chiesti mille volte: “mi è utile? Lo amo? Vale la pena tenerlo nella mia vita?”. Queste domande iniziano ad insinuarsi anche in altri ambiti, non solo materiali.
Quel conoscente che mi cerca solo per fare due chiacchiere quando ha bisogno di divertirsi, dà valore alla nostra vita? O forse potrei dedicare quel tempo in compagnia di un vero amico?
Passo ogni giorno qualche oretta ad ammazzare il tempo sui social, ma non ho mai tempo per coltivare la mia grande passione per la musica. E se decidessi di dare valore a ciò che amo davvero?
Piano piano, il Minimalismo ci porta a scegliere l’essenziale in tutti i campi della nostra vita.
Diventare intenzionali
La necessità di decidere cosa sia essenziale alle nostre vite ci porta inevitabilmente ad una serie di scelte. Per separare l’essenziale dal resto, dobbiamo prendere delle decisioni importanti. Quali sono i nostri valori? Quali attività ci portano a viverli quotidianamente? Cosa è davvero importante? Cosa merita il nostro tempo?
Tutte queste domande necessitano da parte nostra un esercizio di intenzionalità.
Non compriamo passivamente tutto quello che capita, ma selezioniamo attentamente qualsiasi cosa entri a casa nostra. Non possiamo più attaccarci al televisore o al cellulare ogni sera, ma ci alziamo e facciamo pratica con il nostro hobby . Non accettiamo qualsiasi invito da chiunque, ma scegliamo intenzionalmente di passare il tempo con chi ci rende felice. E così via.
Scelta dopo scelta, viviamo intenzionalmente la vita che abbiamo sempre desiderato.
Più libertà
Il Minimalismo è estremamente liberatorio.
Una delle catene della società in cui viviamo è proprio la schiavitù del troppo.
Troppi oggetti, troppo denaro sprecato, troppo tempo speso per guadagnare abbastanza soldi per poterci permettere cose inutili e che comunque non abbiamo il tempo di goderci. Interrompere questo circolo vizioso è benefico.
“Compriamo cose che non ci servono con soldi che non abbiamo per fare impressione su persone che non ci piacciono” Fight Club
Sottrarsi alla dittatura del consumismo ci fa sentire liberi, ma c’è dell’altro.
Tutto il tempo, il denaro, le energie fisiche e mentali, le risorse e lo spazio che non sprechiamo più in ciò che è inutile, siamo liberi di usarlo come vogliamo. Questa libertà è la vera essenza del minimalismo.
Felicità
Il minimalismo ci può dare la felicità?
Se consideriamo il minimalismo come uno strumento di vita, può sicuramente essere un valido mezzo per raggiungere qualsiasi cosa noi vogliamo. Anche la felicità, indubbiamente.
Ma il minimalismo non è una formula magica. Per quanto potente, è solamente un mezzo.
Grazie al minimalismo possiamo creare più tempo e spazio nelle nostre vite, ma se non investiamo quel tempo e quello spazio guadagnati per perseguire i nostri obiettivi, non saremo più vicini alla felicità di prima. Solo più organizzati.
Sta a noi quindi trarre il meglio da questo strumento.
Per concludere
Il significato di Minimalismo cambia drasticamente da persona a persona. Prendete dieci minimalisti, e avrete dieci definizioni diverse. E dieci tecniche diverse.
Se siete all’inizio del vostro percorso e non sapete ancora se il minimalismo fa per voi, giocate e sperimentate. Non essendoci una definizione univoca, tutte le definizioni sono valide. Potreste decidere di fermarvi al solo decluttering, o invece applicare da subito il minimalismo ad altri campi della vostra vita senza buttare un solo oggetto.
Provate e sperimentate!
Buona avventura,
Dee
[…] Voglio portare queste sensazioni nella mia vita quotidiana, e una delle motivazioni della mia scelta minimalista è proprio questa: raggiungere questo ed altri obiettivi. Dare importanza alle cose che contano, […]
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[…] altri valori che spesso associamo all’esperienza del viaggio. Ed è andata ad arricchire la mia definizione di minimalismo. È una follia volerli vivere anche a casa, tutti i giorni, e non solo una settimana all’anno […]
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[…] molti altri, prima ancora di sentir parlare di Minimalismo e conoscere questo movimento, ho iniziato spontaneamente un percorso di […]
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[…] volte confondiamo l’ordine con il minimalismo. Se una casa minimalista è generalmente ordinata, una casa ordinata non è per forza minimalista. […]
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[…] delle nostre abitudini di consumo, per esempio. Sorvola allegramente sui valori correlati al minimalismo e all’essenzialità a me cari, e invece dedica tantissime pagine a come disporre gli oggetti […]
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